l’erba per l’ILVA

U s i   f i t o t e r a p i c i   d e l l a  C a n n a b i s  nei terreni inquinati di Taranto & dintorni.

“Quando circa un anno fa presentammo in Regione il progetto dei giovani “promotori del cambiamento”, così come amano essere chiamati, i tecnici e gli esperti di Canapuglia, molti non compresero fino in fondo la portata di quell’iniziativa, che ha avuto il suo start-up proprio grazie alla Regione Puglia e al programma “Principi Attivi” di Bollenti Spiriti.
In quell’occasione insieme ai giovani utilizzatori della cannabis ad uso terapeutico sensibilizzammo anche il presidente Vendola a prendere un impegno come Regione al fine di emanare una legge, poi varata a marzo, che consentisse la coltivazione della pianta da utilizzare per la realizzazione del farmaco.
Oggi attorno a Cerano e attorno a Taranto, nella Masseria Carmine della famiglia Fornaro, simbolo del prezzo pagato dall’agricoltura e dalla zootecnia alla grande industria, quella speranza e quel progetto diventano una cosa fattiva.
Si pianta la Cannabis Sativa e si progetta realmente quel cambiamento che tutti auspichiamo, per una filiera che può essere anche tessile, edile, alimentare o per la produzione di energia”.
A parlare è l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che proprio nel maggio dello scorso anno ha presentato il progetto dell’Associazione CanaPuglia per l’introduzione della coltura di canapa nei siti inquinati con i nuovi programmi di aiuto e sostegno che avrebbero riguardato gli agricoltori, nelle aree compromesse dall’inquinamento.

“Già all’indomani della mia nomina chiesi ai tecnici e agli esperti dell’Assessorato di lavorare con particolare attenzione sulle opportunità da offrire a quei territori dove la ruralità, l’allevamento erano stati compromessi dall’inquinamento e dove andava assolutamente individuata una possibilità di ristoro, ma anche di politica rurale adeguata. Cosa che abbiamo avviato con progetti come quello di Canapuglia, e che stiamo ulteriormente e corposamente strutturando anche nell’ambito del prossimo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) in fase di redazione.

Il progetto della semina della canapa, nato timidamente alcuni anni fa, oggi trova dunque pieno sostegno nelle politiche che l’Assessorato all’agricoltura intende realizzare a partire dalle prossime misure di sostegno previste dalle politiche rurali e dai fondi europei.
La canapa come grande intercettatore di inquinanti e strumento di bonifica dei terreni – commenta Nardoni – ma non solo.”
“Tra qualche mese ci saranno i primi riscontri sulla semina di canapa e da quel momento in poi non si tratterà più solo di una speranza ma anche di una opportunità di sviluppo economico-produttivo che siamo stati in grado di progettare ma che avrà anche bisogno di adeguati spazi di riconoscimento e programmazione finanziaria. I semi di canapa che ieri sono stati piantati nella Masseria Carmine sono un progetto di futuro che incontra il terreno delle cose vere e tangibili. Sono le cose che servono a uomini coraggiosi e tenaci come Angelo e Vincenzo Fornaro, ma che servono soprattutto ad una comunità, la mia, che ha bisogno di tornare a discutere insieme di prospettive eco-sostenibili ma anche credibili e concrete.

Estratti da Comunicato Stampa Pubblicato 06 Aprile 2014
“Semi piantati nel terreno delle cose vere e tangibili”

Categoria: Cronaca

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