La Prescrizione diFarmaci Cannabinoidi a carico della Regione in Sicilia : cosa succede se invece dell’Erba arriva solo tanto fumo (negli occhi della gente)…..

Se invece dell’Erba, arriva solo tanto fumo (negli occhi della gente)….

 

Avevamo salutato con interesse e positività la notizia di un nuovo decreto dell’Assessore Regionale siciliano alla Sanità, Ruggiero Razza, in materia di prescrivibilità di Farmaci Cannabinoidi a carico del Sistema Sanitario Regionale.

Intanto perché dopo quasi sei anni dagli ultimi interventi in materia (vedi Delibera numero 83 del 26 Marzo 2014 dell’allora Assessore Lucia Borsellino ), l’esigenza di rispondere alla aumentata domanda di terapie a base di Cannabis era non rinviabile. E in secondo luogo perché questo Decreto è stato presentato come il prodotto finale del lungo Tavolo Tecnico, istituito proprio dall’Assessore Ruggero Razza nel 2018, che doveva individuare e tracciare le linee guida per la somministrazione di Farmaci Galenici a base di Cannabis per alcune Patologie.

E, per la verità, pur avendo sempre nutrito numerose riserve (più di quelle che affollano la panchina dell’Inter!, per intenderci:) sulla natura e sull’utilità reale di questo tavolo, abbiamo salutato con un certo piacere civico il fatto che avesse prodotto qualcosa.  Quel qualcosa però, ad una nemmeno troppo attenta lettura, ci ha subito fatto venire le lacrime agli occhi.

E non per l’emozione, nessuna commozione. E’ solo l’enorme coltre di fumo(non-Buono) che ti aggredisce subito,  non appena inizi a leggere ……….

Intanto una considerazione generale: l’impostazione complessiva del Decreto appare segnata più dall’esigenza della Politica di “mettere una pezza” al problema dei malati, che non  dal bisogno reale di porre le basi per una acquisizione di conoscenza da parte del Sistema Sanitario Regionale sulla realtà scientifica del Sistema EndoCannabinoide Umano, in grado di produrre, coerentemente,  una regolamentazione regionale evoluta sulle Cure a Base di Cannabinoidi. 

Tralasciando il fatto che non c’è nemmeno l’ombra di un rimando “critico” alla inadeguatezza e alle strettoie della 309/90 , cioè la Legge che vieta il consumo e il possesso di Cannabis, emerge che non c’è stato nessun serio lavoro di raccolta dei dati epidemiologici,  delle fonti scientifiche  più recenti e nessun riferimento a modelli sanitari più evoluti.

Ciò si evince già dalla Definizione degli Ambiti Terapeutici fissati nel decreto e dai riferimenti normativi e ministeriali citati per definire gli attuali criteri di prescrivibilità: primo fra tutti il Decreto del 9 Novembre 2015 con il quale il Ministero della Salute, e l’allora ministro Lorenzin, provvedeva a disciplinare le modalità per la produzione di Cannabis e a specificare le modalità di prescrizione, allestimento, dispensazione e monitoraggio delle preparazioni magistrali contenenti cannabinoidi. Un decreto che già cinque anni fa era ampiamente criticabile per la sua impostazione riduttiva rispetto al vasto ambito della Medicina Cannabinoide e  per i suoi (obiettivamente) parziali e limitati riferimenti clinici e scientifici, e che oggi appare decisamente incongruente con quello che è lo scenario attuale della ricerca e della medicina in tema di Sistema Endo Cannabinoide e di usi terapici dei fitocannabinoidi.

Un decreto incardinato sul punto che …” l’uso medico della Cannabis non può essere considerato una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard, quando questi ultimi non hanno prodotto gli effetti desiderati, o hanno provocato effetti secondari non tollerabili…”, che è lo stesso punto dal quale ancora oggi non ci si scolla con il decreto dell’assessore Razza. La Cannabbis può essere usata solo come palliativo nella terapia del dolore.

La Metodologia della Evidence Based Medicine usata per la valutazione qualitativa delle evidenze scientifiche, cioè per decidere quali riferimenti clinici dare per acquisiti, viene usata in maniera autoconfermativa, per nascondere una scelta parziale delle fonti, operata su indirizzo del proprio orientamento ideologico.

Siamo fermi alla Lorenzin! Che a sua volta era ferma al 95! Che non è il numero di un Tram, ma l’anno di pubblicazione di gran parte degli studi citati dal ministro. Siamo fermi alla vecchia “cappa” di pensiero proibizionista sulle proprietà della Cannabis….e sotto sotto siamo fermi alla Craxi-Jervolino 😉 la 309 del 1990 …appunto!

E siamo ancora nella negazione e disconoscenza delle basi neuro-biologiche e cellulari del sistema endogeno attraverso cui quelle proprietà hanno effetti.

E qui torniamo al tavolo tecnico: un tavolo che ci è sembrato essere, più luogo di incontro tra volontà politiche alla ricerca di visibilità e consenso ,  che uno spazio in cui sviluppare conoscenza sul tema per immaginare e magari poi iniziare a realizzare buone pratiche ed esperienze di livello inerenti la Medicina Cannabinoide, andando, perché no?, verso la creazione di un Modello Sicilia nella gestione della Cannabis Medicinale, dove la presenza delle Associazioni e dei cittadini che fanno uso di terapia cannabinoide non si limiti a fungere da arredamento mediatico o sia circoscritta nel ruolo di chi chiede o rivendica, ma sia parte integrante nella capacità di ideare percorsi partecipati di produzione, gestione e somministrazione della Cannabis Medica. Come in Cile per esempio, dove l’intera domanda interna viene gestita dallo Stato insieme a una Fondazione (DAYA Fundation).

Anche tutto l’iter burocratico per la prescrivibilità ci sembra farraginoso e complesso e secondo noi costituirà un carico notevole di stress oltre che per i pazienti anche per gli operatori coinvolti, vedi i neurologi delle U.O. che hanno il carico della procedura e della documentazione.

Dunque l’elefante, questo lungo Tavolo Tecnico di 18 mesi, alla fine ha partorito un topo. E’ il piccolo ratto della paura istituzionale, della pavidità e dell’opportunismo politico che decide di non andare più in là del minimo necessario per garantirsi il proprio utile di consenso….

Tempo perso per il Diritto di Cannabis, occasioni sprecate.

Ma guardiamo Avanti.

Insomma , come sarà si racconterà, dicevano gli antichi panormiti.

E noi, statene certi , la racconteremo.

Ci vorranno dai 4 ai 6 mesi , forse,  perché il sistema vada a regime…e nel frattempo sulle proprietà della Cannabis, sulle sue enormi potenzialità medicali e terapiche, in Italia , e specialmente in Sicilia, sarà come vedere usare un aeroplano solo per camminarci su strada, come usare una Ferrari solo per farci qualche metro in un seminterrato.

esseí from 0nAir Planet

 

 

 

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